Pillole
Ah, Paolo!
“Ah, Paolo!” (d’ora in poi “ahp”) è un’interiezione la cui origine si perde nella primavera del 1996 e la cui nascita si deve a nomi noti dello scioubiz italiano: Bisio, Dix, Gialappa’s Band.
E’ grazie a loro che essa nacque; speriamo che anche grazie a noi possa finalmente ottenere il posto che le spetta nella cultura e nella lingua italiana contemporanee.
La genesi
Tutto ebbe origine da un fortunato sketch all’interno di una puntata di Mai dire Domenica, con Bisio nei panni di Paolo Limiti e Giole Dix in quelli del geriatrico ospite di Limiti stesso. Il finto Limiti inizia il solito discorso su una gloria passata dello spettacolo; l’arzillo vecchietto non manca di sottolineare ogni frase che presenti il pur minimo doppio senso sessuale richiamando l’attenzione del conduttore con due precise parole: “Aaaaaaaaaaah, Paolo!” per l’appunto.
Dal lunedì mattina successivo, la vita di intere classi di liceo fu sconvolta e “Ah, Paolo!” divenne la sottolineatura obbligatoria di ogni ambiguità. Il concetto dell’ahp, seppur semplice, non è affatto banale. Vediamo alcuni esempi e regole d’uso per renderne chiaro l’utilizzo.
Le regole
Regola 1 – L’ahp evidenzia un doppio senso, un’ambiguità a sfondo (ahp) sessuale nelle parole del vostro interlocutore.
Per quanto pesante dunque, deve pur sempre essere un doppio senso, un’involontaria allusione: se il vostro coinquilino vi dicesse che all’università ha visto “una f**a con due t***e enormi”, non potreste chiosare con “ahp” la sua affermazione. Se vi confidasse invece, riferendosi alla posizione dove il meccanico ha posizionato il cofanetto porta-oggetti del suo scooter, che “Gliel’ha messo dietro”, voi lo castigherete con un ahp che non lascia scampo.
Regola 2 – L’ahp varia d’intensità
Non tutti i doppi sensi presentano lo stesso grado di ambiguità: maggiore quest’ultimo, maggiore la possibilità e la necessità che possiate sfoderare un ahp in risposta. Come si rende l’intensità dell’ahp? E’ molto semplice:
Livello minimo di ambiguità: Pronuncia: “Ah, Paolo!” Scrittura: ahp
All’aumentare dell’ambiguità aumenta il numero delle A; nella pronuncia (“Aaaah, Paolo!) e nella scrittura (aaaaaaaaahp). Non esiste un limite alle A che possono essere utilizzate. Vediamo due esempi:
“Ho montato un nuovo sistema operativo” (Ho montato, ahp banale e lieve)
Ritornando da una passeggiata e sorpresa dalla pioggia, una vostra amica vi avvisa che “si è completamente bagnata” (completamente bagnata, aaaaaaaaaaaahp di ottima fattura)
Regola 3 – L’ahp è ovunque
Inizialmente potranno sembrarvi poche le occasioni in cui l’ahp è utilizzabile, ma molte frasi se ben valutate si prestano a questa stilettata ironica. Se gli esempi fatti finora vi sembrano costruiti e improbabili, eccovi una dimostrazione sul campo.
Esempi
1) Html.it propone un test particolare, la cui ovvia conseguenza è la cura di una certa tipologia di files.
2) Il test necessita di specifiche figure professionali:
3) Libero.it ci rende partecipi degli hobbies di Hugh Grant.
4) Google Analytics spinge al voyeurismo.
5) Adagio, Biagio!
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{loadposition ah paolo mp3 balsamo}
7) Miss Italia nel mondo (e nell’anima)
8) La visione…
{loadposition ah paolo mp3 pezzali}
9) Compro una vocale
10) Magari!
11) Strategie sempre valide
12) Impara l’arte
13) Sporma
14) Peccato!
15) Forse troppo
16) Give it to me
17) Per molte, ma non per tutte
18) Poker stars
19) Grande potere, grandi responsabilità.
20) La santa messa
21) E sono cazzi.
22) Facebookkake.
23) Giorni roventi
24) Fidiamoci di Repubblica.it: c’è poco da fare.
25) Un’ottima annata
26) Glory hole per conigliette
27) Sesso estremo
28) Good to know
29) Gesù sta arrivan…no, aspetta.
29) The importance of saper scovare
30) Cosa?
31) Tirami su
Nota di servizio: articolo pubblicato il 15/10/2007 e aggiornato all’occorrenza.
Berlusconi premier
Manchester Utd-Roma, Champions League 07/08
Primo tempo
Ritorno dei quarti di finale di Champions League, si affrontano Manchester United e Roma.
Scarsa la considerazione di Ferguson nei confronti dei giallorossi: dopo aver parlato di semifinale contro il Barcelona in conferenza stampa, lascia fuori Ronaldo e Rooney. Non ci si può tuttavia lamentare dei sostituti Giggs e Tevez, se non per le inquadrature sul viso di quest’ultimo.
Da segnalare la grande delusione per i fan dei Looney Tunes: l’assenza del capitano romanista impedisce di vedere insieme dal vivo Totti e Sylvestre.
Primi sei minuti di gara che offrono situazioni poco ragionate: Mancini trova un ottimo colpo di tacco per mandare Cassetti al cross di sinistro; sull’altra sponda Park sceglie di servire Tevez, la cui somiglianza con Maradona è evidente anche e soprattutto nell’altezza, con una palla alta in area.
Tornando alla cronaca, è il nono minuto quando un corner di Giggs trova inspiegabilmente solo Brown: girata di testa sopra la traversa.
Diavoli rossi insistenti e combinazione Tevez-Giggs; il gallese temporeggia e trova un filtrante delizioso per Hargreaves, che davanti a Doni conclude da par suo: addosso al portiere.
La Roma soffre la velocità degli avversari ed è addirittura costretta a giocare a più di 3 tocchi, cosa che fa infuriare Spalletti.
13′: De Rossi di forza in area, il rimpallo è favorevole a Vucinic; Mirko stranamente non rientra e scarica il destro, respinta di ginocchio di Van der Sar1.
L’azione prosegue e Mancini, ricordando le qualità del portiere olandese, prova un tiro dei suoi2 senza fortuna.
Sedicesimo minuto: Tevez servito in velocità sulla destra, cross lungo sul secondo palo per Giggs e sinistro su cui Doni respinge ancora.
22′: Giggs lancia con il cantaGiro per Hargreaves in mezzo all’area romanista: Juan miracoloso in scivolata. Roma finora evanescente; non passa nemmeno un minuto e su cross arretrato dalla destra rasoterra d’incontro di Nani con risposta ancora sicura di Doni.
Minuto 28: De Rossi per Vucinic, sventola dalla distanza di destro e Van der Sar respinge come sa: male e centrale, ma la difesa allontana.
Recupera il pallone Mancini, punta Brown, entra in area e subisce il furbesco intervento del difensore: scivolata inutile ed è rigore per la Roma.
Se ne incarica De Rossi, che sceglie la soluzione di potenza; la trova, ma si scorda della precisione e la palla è sopra la traversa.
33′: Roma che prova a scuotersi. De Rossi serve Panucci, lancio lungo che trova la sponda di Vucinic per la conclusione di Perrotta dal limite, fuori.
Passano sei minuti e la discesa di Giggs semina il panico a sinistra, cross molto alto e Cassetti chiude in calcio d’angolo.
40′: Brown, sempre positivo stasera, infila con forza le ginocchia tra le vertebre di Vucinic mentre questi tenta di addomesticare il pallone: montenegrino a terra.
43′: Cassetti si ostina a crossare da lontanissimo con il piede sbagliato, e deposita ancora una volta tra le braccia di Van der Sar. Al vecchio Trafford si va a riposo a reti inviolate.
Secondo tempo
Calcio d’angolo di Giggs, Piquè sfiora ma non riesce a colpire, forse tradito dalle gomme.
47′: Carrick si getta a terra e riceve la sassata di Mancini sul costato.
48′: L’arma più pericolosa della Roma è Van der Sar. Vucinic lo sa: controlla e prova il rasoterra da 25 metri, palla che sfugge al portiere e Cassetti sfiora il tap-in.
50′: Tevez per Park, controllo del coreano che regala a Juan la possibilità per l’ennesima buona chiusura. Il calcio d’angolo conseguente vede la difesa giallorossa ignorare ancora Piquè, che forse appesantito da un carico eccessivo di carburante, non conclude.
Passano tre minuti e Cassetti crolla a terra sulla pressione di Carrick, tenendosi la spalla come in uno dei più drammatici episodi di un famoso cartone giapponese. Tevez scaglia il pallone fuori per permettere i soccorsi, Cassetti esce dal campo e lascia il posto a Tonetto.
La Roma guadagna un giocatore mancino a crossare da sinistra e il primo traversone pesca ottimamente Taddei: Rio Ferdinand respinge a corpo morto in angolo.
Corner ben battuto e Van der Sar è ossimoricamente bravo a bloccare sulla zuccata di Juan.
Si torna alla normalità al 68′ con un altro cross di Tonetto e portiere olandese che blocca ma cade fuori dal campo. Il corner è battuto corto, altro traversone teso dell’esterno romanista e Juan, poco convinto nell’azione, non corregge in rete a porta spalancata. Sembrerà incredibile, ma da quando sulla sinistra c’è un mancino, la qualità delle palle in area è migliorata3.
La partita si chiude al settantesimo: Heargraves a destra sulla trequarti e palla dentro quasi rasoterra per la testa di Tevez; grande avvitamento dell’argentino e la Roma saluta per il secondo anno ai quarti. Dopo il 2-0 dell’andata, Manchester avanti di una rete anche nel retour-match.
72′: Perrotta guadagna l’ammonizione per un intervento inutile su Park a centrocampo.
Passano 60 secondi e il Manchester sostituisce Giggs e Carrick con Rooney e O’Shea. O chi? O’Shea.
Partita che cala d’intensità e da segnalare ci sono soltanto ulteriori cambi, Neville per Anderson e Esposito per Taddei, quando mancano meno di 10 minuti al temine.
Sussulto a due minuti dalla fine: filtrante per Park in fuorigioco non segnalato, ancora Doni ad evitare il peggio con un’uscita a pelo d’erba.
E’ l’ultimo episodio da ricordare: il Manchester porta a casa vittoria di misura e qualificazione.
La Roma può invece piangere sul latte versato (ma sarebbe inutile) e anche sull’episodio del rigore (inutile anche questo), ma nel complesso paga una prestazione non all’altezza: molte occasioni per gli avversari e attacco convinto solo a sprazzi. All’anno prossimo.
1 Lo so, è strano di ginocchio, ma si tratta di Van der Sar.
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Stuart Little
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Dopo il buon successo di Transformers, Optimus Prime è il protagonista di un nuovo, ambizioso progetto.